Se permettete, oggi vi racconterò dell'
evoluzione linguistica che potrete subire in terra Gallica.
Personalmente, ho fatto un percorso atipico di cui sono molto fiera.
Atipico perché qualcosa di atipico devo avere, se ieri sera, nel giro di 4 ore, 4 persone diverse mi hanno detto che:
1.
"in Italiano ho un accento del Sud" (sono di Milano! c'ho la eeee aperta io ! per dindirindina, io del Sud?!)
2.
"in Italiano ho un accento Inglese" (olè)
3. "in Francese ho un accento Inglese" (olè)
4.
"in Inglese ho un accento Americano" (olè)
Le cose possono essere solo 2 (o 3).
1. che parlo di merda tutte le lingue.
2. che devo essere parente alla lontana di Salvatore, l'uomo-Babele del film "il nome della rosa"
3. che le lingue le maneggio ormai come una giocoliera, e quindi sarebbe l'ora di darmi allo spagnolo. O al portoghese brasiliano.
Vi rassicuro. Sono arrivata a Parigi NON matrizzando (so che non si dice in Italiano, ma chemmefrega) perfettamente nè il Francese nè l'Inglese. Li sapevo benino, diciamo.
Le regole e la grammatica di base c'erano. Solide.
Ma nè il parlato quotidiano, nè le espressioni, nè la pronuncia erano perfette....oooossignore la pronuncia !
Perché dovete sapere, cari Lettori, che
a Parigi il 60% di un bel parlato Francese lo fa la pronuncia: se riuscite a superare l'impasse della R alla Francese (fondamentale), delle vocali molto chiuse e pronunciate con labbrine corrucciate, della sonorità e del ritmo della lingua, siete a cavallo.
Con una buona pronuncia i Parigini potrebbero, dico potrebbero, iniziare a prestarvi attenzione.
E non fatevi fregare da quelle galline di professoresse Francesi che insegnano in Italia!
Hanno imparato la pronuncia con dei supplementi audio di "Impara il Francese in comodi fascicoli settimanali", e vi porteranno sulla cattiva via!
Cannare la pronuncia a Parigi, è come ritrovarti al Terminal sbagliato di Charles de Gaulle pochi minuti prima del tuo volo. Sei, semplicemente, fottuto.
La mia professoressa delle medie, pur fortissima sulla grammatica, mi ha insegnato i dittonghi alla cazzo.
Chi la ritrova e le va a dire che AI non si pronuncia E ?
Tipo: non
Sent Pol (Saint Paul) ma Sàn Pol ?
E neppure
Pen ò shocolat. Ma Pàn ò shocolat.
La cara professoressa ha sulla coscienza almeno 1 mese di pani al cioccolato che non ho mangiato. Perché la Boulangera si rifiutava di darmi una cosa di cui non conosceva l'esistenza : il penòshocolat a Parigi, semplicemente, non esiste.
Ma il Pàn ò Chocolàt, sì.
Sappiate inoltre, che
il Parigino medio NON fa sforzi per capirvi.
Se non capisce al primo istante di cosa state parlando, se la pronuncia non è ottima, il Parigino medio mette il cervello in pausa, e attiva la famosa smorfia "che diamine sta dicendo questo ohmioddioooo?". Che è una dolorosissima smorfia tra il disgusto e il disprezzo.
Una volta intravista questa smorfia, vi consiglio di smettere di parlare, scusarvi e andarvene. Con quel soggetto siete bruciati.
Potete riprovare con qualcun'altro, però.
Pertanto, prima di recarvi a Parigi per diletto o per lavoro o per trasferirvi, vi consiglio un bel lavoro sulla vostra pronuncia Parigina.
Assoldate un parigino madrelingua che abita nella vostra città, prendetevi quei corsi con le cuffiette che dovete mettere di notte, prendete una au pair parigina.
Insomma, fate qualcosa, ma curate la vostra R francese, come curereste la vostra auto nuova (se uomini) o la vostra manicure (se donne).
Mi ringrazierete ;)
Et aurevoir (pronunciato : òrvuar)