mercoledì 13 novembre 2013

Se proprio non avete un tubo da fare un giorno a Parigi...



Se proprio non avete un tubo da fare un giorno a Parigi...
Prendete un bus quando piove, dopo le 19h30 di sera.

Io adoro i mezzi pubblici a Parigi : cioè, davvero. Dopo circa 5 o 6 mesi che non li prendo, io li adoro.
Poi li prendo una volta, e non ci metto più piede per 5 o 6 mesi.
Sì, diciamo che ho un rapporto conflittuale e ancora non ben maitrisé con la fatica fisica e i tempi morti.
Mi fanno orrore tutti e due.
Cioè, mi fa orrore la fatica fisica morta (quella inutile) , così come i tempi morti.
Devo avere un rapporto conflittuale con la morte, mettiamola così, per semplificare.
(E infatti sì, anche la mano morta mi irrita, soprattutto se perpretata nei mezzi pubblici e nei tempi morti).
Anyway, dicevo.

In bus ancora passi. Infatti io adoro i bus. Devi solo salire uno o due gradini, composter il tuo biglietto, dire Bonjour all'autista sorridente, sederti su un seggiolino morbido con vista mirabolante sulla città, e lasciare che sia. Perchè tanto sarai bloccato nel traffico. Ci potrai mettere 23 minuti per attraversare la corte del Louvre. Contare ogni sfaccettatura della Piramide (ne ha 2456). Fattene 'na ragione e goditi il panorama.
Se sei in bus, significa che hai tempo da perdere. E lo sai. Cioè, tu sali su un bus e lasci il controllo della tua vita ad altri.
Lo trovo un concetto così liberatorio.
Se sei in bus sei uno di questi casi : un bambino, un pensionato, un turista, un libero professionista o un rincoglionito.
Io alterno tutte queste fasi, secondo l'umore.

In metro, invece, è guerra. Guerra per la sopravvivenza. Io la metro la amo meno. Devi riuscire a scendere i 50millemilioni di gradini, non renderti diversamente-camminante se hai i tacchi, non perderti nel labirinto impressionante delle 16 dico sedici linee colorate, devi evitare le orde fameliche di uscenti, le tempeste di vento a ogni svolta, i bambini, gli zoppi, i tombini, i bivii, i venditori di frutta, i suonatori, le altre orde, le pipì, le scale mobili a singhiozzi, gli scippatori e gli sguardi astiosi del flusso contrario.
Se sopravvivi, hai diritto a scendere sulla banchina, e aspettare massimo 2 o 3 minuti per il tuo treno. Ci trovi distributori di bibite e merendine. Mancano ancora i distributori di xanax e tranquillanti, ma ho già inoltrato richiesta a Delanoë, il Maire.
Ma non è finita lì. Perchè poi, dal metro, dovrai uscire. Ripercorrere un tunnel all'inverso, verso la luce, superando gli sguardi astiosi del flusso contrario, gli scippatori, le scale mobili a singhiozzi, le pipì, le altre orde, i suonatori, i venditori di frutta, i bivii, i tombini, gli zoppi, i bambini, le tempeste di vento a ogni svolta, le orde fameliche di uscenti, il labirinto impressionante delle 16 dico sedici linee colorate, non renderti diversamente-camminante se hai i tacchi, salire i 50millemilioni di gradini, salire alla luce e infine chiederti :

"E mò ndo cazzo stò ?"

Related Stories Widget by LinkWithin

1 commento:

  1. adoro anche io i mezzi pubblici, i bus per gli stessi motivi tuoi li amo meno..amavo anche di più treni (in svizzera abbiamo gli s-bahn al posto della metro) quando si trovava sempre posto a sedere. La descrizione della metro parigina mi ricorda quella che fa mia sorella della metro milanese, per fortuna mai dovuta prendere, mi sono limitata ai fantastici treni della fs, tratta nord di milano :-(

    RispondiElimina