giovedì 28 ottobre 2010

Ontologia della basura

Monnezza ore 16.15
Eh no. Qui la grève non c'entra. E non siamo neppure a Napoli. E Acerra é lontana 1614 km.
A Parigi devi pensare che la pattumiera (a bordo strada, sulla strada, a bordo marciapiede, sul marciapiede, a bordo entrata di casa tua, a casa tua) ha una ontologia tutta differente da quella che gli attribuiamo noi Italiani. Vi racconto.
Da noi pattumiera = basura = monnezza = rumenta = rusco = buzzico = in definitiva, uguale al male. Il Male.
Noi Italiani ci vergognamo. La pattumiera é una sofferenza. Una punizione divina.
A Milano dobbiamo tenere 5 porta-pattumiere diverse, a casa:



martedì 26 ottobre 2010

Les boulangeries. Istruzioni per l'uso

Il nuovo rito pagano: la coda

Vi avviso subito: se vedete una cosa cosi a Parigi...no, non stanno distribuendo gioielli gratis. E nemmeno banconote. E no, non c'é una vendita privata di Tod's. E no neppure, non c'é dentro Vincent Cassel che firma autografi.
Semplicemente, é in atto il nuovo rito pagano: la coda alla boulangerie.
Per carità, ci sono mille paesi che fanno le code come si deve, e in mille modi diversi. A Londra le fermate del bus hanno delle code fini fini, tratteggiate. Ad Amsterdam il Rijksmuseum ha una bella coda curva e flessuosa. A NYC le code per comprare il nuovo iphone sono scarmigliate ma pettinate.
A Parigi, prima di guadagnarti il paradiso di una baguette croccante, devi subire il purgatorio della coda alla boulangerie.

lunedì 25 ottobre 2010

E tu dove metti il pane?

Eccoci. Questo é il primo sondaggio del mio blog.
Un po' per sapere come la pensate, un po' per capire se sono l'unica che la pensa cosi' e cosà.
Il tema di quest'oggi sarà il pane.

Non perché il titolo del mio blog lo richiama....nooo.
Solo perché il pane (ed il suo uso) puo' far riconoscere dei cittadini di un certo paese da quelli di un altro. Fammi vedere come tieni il pane e ti diro' chi sei, direbbe qualcuno.
A Parigi lo tengono...beh ve la raccontero' in un prossimo post, come lo tengono il pane a Parigi!
Per ora rispondete al sondaggio, cliccando sul link qui sotto.
E buona lettura.

Iniziamo?!




Giusto per aggiornarvi, attualmente il 100% delle risposte sono date da Italiani o da Italiani camuffati da Francesi ma sempre italiani sono.
Qui il pane va da tutte le parti tranne che nel suo bel sacchetto di carta.

domenica 24 ottobre 2010

Retouche

Video Dove Evolution: uno dei più bei video pubblicitari

Forse voi lettori non ne sentivate il bisogno, ma oggigiorno i lifting si fanno anche prima di averne bisogno!
E allora l'header si è fatto un ritocchino.


Ps: per chi fosse curioso di vedere la versione integrale del video Dove, clicchi qui

venerdì 22 ottobre 2010

Piove. Governo di Sarkozy e Carlà


Quando piove i francesi si bagnano, dicevo.
Brava, direte voi, la pioggia è umida ovunque nel mondo.
Bravi, vi dirò io, basterebbe coprirsi!

No. Qui non si coprono. A Parigi funziona diversamente.
La scena tipo, in un giorno in cui piove/pioviggina/fa 4 gocce poco convinte/diluvia, é il seguente:

- inizia a fare goccioline. Ale alza la testa e scruta il cielo, preoccupata. La parigina tipo continua a camminare ad andatura spedita, guardando in basso con faccia truce

Successi

Vera carta di credito de M. le Président

Dopo tanti Alessandrà, Caterinà, casà, pizzà

sentire N. che dice "Sàrkozy" con l'accento (sbagliato) sulla prima a

NON HA PREZZO

Per tutto il resto c'è una carta di credito

giovedì 21 ottobre 2010

Strano ma vero

I francesi, quando piove, si bagnano.

Strano ma vero

Da oggi lancio questa nuova rubrica "Strano ma vero", che mi consentirà di raccontarvi bizzarrie e stranezze di questo popolo, di questo paese e soprattutto di questa città.

Vi citerò' Montesquieu:
I viaggi danno una grande apertura mentale: si esce dal cerchio dei pregiudizi del proprio Paese e non si è disposti a farsi carico di quelli stranieri. C. de Montesquieu.


Quindi io non me ne faccio carico. Ve li racconto e basta!
A presto, per farci quattro risate.


lunedì 18 ottobre 2010

I vicini di casa - Parte 1

Tre cuori in affitto
No. Non é una puntata di Tre cuori in affitto.
Questa assomiglia piuttosto ad una puntata di La famiglia Bradford, visto il numero di persone coinvolte.
I miei vicini di casa. Dunque. Innanzitutto dovete sapere che in Francia fanno figli. Tanti figli. Bambini bambini e bambini. Con una media di 3 (dico TRE) bambini a famiglia. Cioè le famiglie di partenza, prima del divorzio e prima di creare delle nuove famiglie con altri bambini nati dal secondo matrimonio, dette famiglie ricomposte. Ma questo sarà tema di una altro racconto...

Dicevo quindi che la mia casa non poteva fare eccezione: siamo circondati! Bambini su, bambini giù, bambini di fianco, bambini più sotto. Bambini ovunque.
Ma anche i loro rispettivi genitori, ovviamente.
E se i bambini sono strani, potevano essere normali i loro genitori? No.
Eccoli. Ve li presento:


sabato 16 ottobre 2010

Lavare i golfini in Francia...no eh?

Il prodotto fantasma
Un ennesimo mistero.
...Va bene che a Parigi non si fa il cambio armadi. Quello che si mettono in estate é all' incirca quello che si mettono in inverno. Ho visto collant da 150 denari, nero opaco, indossati ai primi di settembre con 25 gradi. Cosi come ho visto gonnelline leggere senza calze e ballerine, indossate qualche giorno fa mentre io mi sognavo solo un piumone d'oca e i moon boot.
...Va bene che forse i golfini in cachemire qui non sono cosi comuni o meglio sono un bene di lusso che non vedo né frequentemente venduti né frequentemente indossati.
...Va bene che forse lavare i golf prima di stirarli e piegarli con cura e riporli nei sacchetti trasparenti con chiusura ermetica, per preservare le fibre da polvere e tarme, non é proprio negli usi e costumi della popolazione autoctona, che - senza offesa - ha una diversa attenzione all'eleganza, alla cura della persone e dell'abbigliamento.


giovedì 14 ottobre 2010

Il design svedese

Io: prima, durante e dopo l'Ikea

No. Niente da dire sull'Ikea. Quel che c'é a Milano c'é a Parigi. Paro paro.
Beh i prezzi qui sono più alti. Ma questo sarà il tema di un altro post. Ora volevo raccontare altro.

Dicevo, la differenza tra "oggi andiamo all'Ikea??" a Milano e "oggi andiamo all'Ikea??" a Parigi, é il tempo che ci metti. 4 ore e mezza di differenza.
A Milano mi bastava un venerdi' dopo l'ufficio:
  • 17.30 abbandono della scrivania; 
  • 17.47 arrivo al parcheggio Ikea; 
  • 17.51 appropriazione del sacchetto giallo; 
  • 18.45 uscita dalla cassa veloce e dribbling tra il salmone e le polpette surgelate; 
  • 19.30 arrivo a casa e accensione della prima candela Tindra alla vaniglia.
 Facile. Rapido. Efficace.

Oggi sono andata all'Ikea con la mia amica Simona.
Appuntamento alle 10 (del mattino)(le scioperate) sotto casa sua, sulla direzione dell'autostrada A6 dirette a Thiais.
"Andiamo a Thiais! E' l'Ikea più vicina. E' piccola e meno fornita, ma ci si arriva in un attimo!".
Siamo rientrate a casa alle 16.30.
Ho detto: le 16,30. Un attimo.

E vi giuro che non abbiamo comprato decine di composizioni di armadi Pax. No. Due sacchettini di cagate.
Riflettendoci bene, i motivi che ti fanno impiegare 6 ore e mezzo qui per fare le stesse cose che ti prendevano 2 ore a Milano, sono diversi:

1)  uscire da Parigi in auto, ad ogni ora del giorno, é una sfida divina. Code, code, code. E embouteillages. Ma è nulla in confronto al RIENTRARE a Parigi in auto. Quasi quasi ti vien voglia di pernottare ad un qualunque Etap Hotel lungo l'autostrada, e di ripartire all'alba. Ti dici che se all'epoca Parigi valeva ben una messa, adesso vale almeno un elicottero.
Ma noi siamo state brave: zigzagando alla francese tra le varie corsie dell'autostrada, abbiamo ridotto il viaggio a 1 ora e mezza a tratta. E' l'Ikea più vicina!


mercoledì 13 ottobre 2010

Stasera cinema

Facile, mi direte voi, vero?!
Si, facile. Facile nell'altra vita. Qui a Parigi c'ho problemi anche col cinema.
Primo. Ci sono circa 380 cinema a Parigi. Tanti sono multisale. A volte ci sono 2 cinema della stessa catena nella stessa via.
Secondo: I nomi sono spesso sigle. Tutte simili. O cosi mi sembrano: UCG, Gaumont, Pathé, MK2, CGR. Sono già confusa.
Terzo: i film sono spesso in lingua originale. O in lingua originale con i sottotitoli. O tradotti. Quindi hanno delle simpatiche sigle che ti spiegano in che lingua dovrai settare il tuo cervello. E le simpatiche sigle sono V.O. o V.O.F. o V.O.ST.FR. o oppure V.O.ST.A. oppure sigle scritte direttamente nella lingua originale (con predilezione per il serbo-croato ed il vietnamita). Insomma fai bene ad abbandonare ogni speranza di capire bene il film: se sei fortunato lo vedrai in inglese slang del nord, con sottotitoli in francese stile argot, e ci saranno sicuramente dei passaggi in pakistano.



Poi dicono che viaggiare sia facile!

Come no! Facilissimo!

Quando ti accorgi che il  "cornichon" non é quello da cui salta l'aspirante suicida, ma te lo servono a tavola insieme al bollito.
(cornichon = cetriolino; corniche = cornicione)
E quando a tavola ti offrono del "boudin", e tu sei convinta di meritarti il dolce, loro di passano un sanguinaccio di maiale.
(boudin = sanguinaccio, budino = flan)
Quando dici che é bello "se faire baiser" dagli amici, tu stai parlando di amicizia ma loro capiscono che le italiane sono tipe trallallà.
(se faire baiser = farsi scop***; baciare = embrasser)

Quando tutto cio' accade ti accorgi che sei espatriato. E che sei in un mare di guai (linguistici)(e non).

Benvenuti nei miei racconti: seri; semiseri; totalmente idioti.
A volte anche idioti, si. Sentite, é già tutto complicato, lasciatemi fare almeno qui!