venerdì 31 dicembre 2010

E tanti auguri


Non mi va proprio di fare i soliti auguri capodanneschi.
Pero':

Vedi che sei fortunato?

Diversità
Siamo a Parigi.
Un po' zoppetti e con poca voglia di farci sciancicare dalla folla dell'Avenue Champs Elysées.
Per stasera, notte di réveillon (o come si dice a casa mia, notte di capodanno) abbiamo optato per qualcosa di semplice: 


uno spettacolo teatrale/ un cinema + cenetta.

E già qui iniziano i guai.


giovedì 23 dicembre 2010

Regali di Natale transgenici


Qualcuno potrebbe pensare che io sia una ragazza un po’ inacidita con il Paese che m’accoglie.
Qualcuno potrebbe pensare che io
ho sempre da ridire su Parigi, sui vicini parigini, sulle commesse parigine, sul Sindaco parigino e pure sui marciapiedi lerci parigini.
Ebbene basta.
Oggi darò un
colpo di spugna a tutte queste convinzioni, ed  elargirò copiosi regali di Natale per tutti i parigini che conosco.
Sì, sì. Per tutti.
Generosità e tolleranza. Amore e condivisione. Gaudio ed accoglienza.



lunedì 20 dicembre 2010

Corso di Rehab per Expat


Care ragazze,
mi rivolgo soprattutto alle expat a Parigi (ma anche a quelle in Svizzera, in Spagna, in Irlanda, in Germania, in Giappone, a Malta e in Liechtenstein - gli altri Stati sono tutti benaccetti eh), io capisco le vostre difficoltà.

Eccome se le capisco.

No, per caso, succede anche a voi che:


sabato 18 dicembre 2010

Milano: lunga vita al barbagianni

Un barbagianni

Oggi mia mamma, nella passeggiata mattutina con il Tommy, ha visto un cosino marrone tutto accartocciato su se stesso, poggiato su un gradino di una casa in centro.
Guarda tu che guardo io, cos'è quell'affare, guarta tu che guardo io, ma ha delle piume, guarda tu che guardo io, ma ha il cuoricino che batte si vede il petto che si solleva ritmicamente.

Parte così l'operazione: Salvataggio del Barbagianni a Milano.


venerdì 17 dicembre 2010

Il Tecnico Parigino (del frigo)


 
Eh si.
Alla fine il Tecnico Parigino l’abbiamo dovuto chiamare.

  • Il frigo continuava a spegnersi e fare TAC TAC TAC.
  • la lavatrice continuava a fermarsi e a non centrifugare.
  • Lo schermo del pc continuava ad andare in black out.

E cosi’, mio malgrado, il fidanzato si é deciso: “qui abbiamo bisogno di un Tecnico Parigino”.
Io ho pianto calde lacrime di terrore, ma ho dovuto accettare: in casa ormai non si mangia se non crudità, si sta dando fondo alla riserva di biancheria e stare al pc  é diventato un supplizio.
E sia.


martedì 14 dicembre 2010

Café Restaurant Le Sarah Bernhardt - Evitare come la peste

Il cuoco Pierre
Normalmente non faccio recensioni, né pubblicità.
Ma se una cosa ti ha fatto uscire fuori dai gangheri - gente - e soprattutto se hai un blog, non puoi non raccontarla a tutti.

Vi racconto.
Ieri, serata di teatro all'Hotel de Ville.
Si arriva un filo prima per mangiare un boccone. Si passa davanti a 2 o 3 ristoranti/caffé/brasserie e poi si entra in quello più grande e più vicino al teatro: il Caffé Brasserie Sarah Bernhard della fermata metro Châtelet.
Quando mai. Vi prego evitatelo come la peste bubbonica, se non di più.


lunedì 13 dicembre 2010

Sondaggio!

I fagioli della Carrà
Che Regalo di Natale vuoi da Parigi?
Ed ecco i risultati del sondaggione, ché nemmeno la Carrà avrebbe saputo fare di meglio.
Dalle vostre risposte se ne evince che:



domenica 12 dicembre 2010

Due stordite alle Journées du Patrimoine


Dunque.
Lo scorso Settembre, ci sono state le belle Journées Europeennes du Patrimoine.

In pratica, centinaia di monumenti, luoghi storici, edifici pubblici, castelli, ospedali, scuole e prefetture aprono le loro porte ai cittadini e turisti.
Notevole occasione per vedere tutto quello che non si é potuto visitare fino a quel momento, per pigrizia o per impossibilità pratica.
Bene.
E perché ce lo racconti a Dicembre, santa polenta? Direte voi.

Bella domanda, non lo so, rispondo io.
Ma vi consiglio di proseguire con la lettura perché la parte divertente arriva dopo.


sabato 11 dicembre 2010

Sondaggio

Giusto per aggiornarvi un po'.

A 18 ore dalla fine del Sondaggione, i macarons de La Durée se la giocano alla pari con la presenza della mia personcina in quel di Milano.

Grazie a tutti i golosi ma soprattutto a coloro che mi vogliono a casetta (cari parenti se siete stati voi a votare, non vale!)

°°°°

venerdì 10 dicembre 2010

Stefano Accorsi dixit

Un'intervista a le Invasioni Barbariche (la versione completa la trovate qui).

Daria Bignardi attacca con un placido:
"I miei lettori mi hanno chiesto: ma come fa Stefano Accorsi a stare a Parigi che i francesi sono cosi gnégné"

Stefano Accorsi:
"Gnégné? Sembra una osservazione abbastanza profonda"

Daria: "Gnégné lo dico io perché in realtà hanno detto cose meno simpatiche. Che sono degli str****"

Stefano: "E' vero che all'inizio uno arriva a Parigi e ti sembra che tu stai antipatico a tutti e che tutti ce l'hanno con te. Ti sembra, dico, perché dopo un po' uno si rende conto invece che é un ritmo della città. Cioé la gente li, non so perché, perché é una metropoli, sono tutti stressati, hanno un ritmo diverso"

Daria: "Anche a Milano"

Stefano: "Si pero' Parigi é un po' più grande"

Daria: "Che se la tirano, li"

Stefano: "No, tu vai li e sei straniero, e loro non c'hanno tempo, non capiscono, già tu parli francese con un piccolo accento straniero, e loro non capiscono niente.
Come se tu dicessi "Scusi, dov'é la Cappella Sîstina" (con l'accento sulla prima i) e questi dicono: "Non esiste, NON ESISTE, non esiste a Roma la Cappella Sîstina".
E' un po' cosi, ma é vero.
Quando tu capisci che loro non ce l'hanno con te, ma che é una questioni di abitudine, capisci che é una città che é vivibile; non so come dire: che é il loro modo di fare, ti ci abitui, prendi le tue misure e...."

Daria: "Tu da quanto ci abiti?"

Stefano: "Sette anni"

Daria:"E tu ti sei ambientato in quanto tempo? 

Stefano: "SETTE ANNI"

Stefano: "In sette anni, cioé non ci vuole niente! Tu vai li e dopo sette anni cominci ad abituarti"
.........


Ecco, non so come dire: devo ancora sopravvivere per soli 6 anni?


Insomma, Stefano vuoi diventare il mio migliore amico a Parigi?

°°°°

Comunicazione di Servizio

A quel gentile surfatore che é arrivato al mio blog digitando la frase:


giovedì 9 dicembre 2010

Ci sono giorni

Ci sono giorni cosi', in cui te la daresti a gambe levate



Poi ci sono giorni cosi', in cui ti diverti un sacco malgrado il caos generale tutt'intorno



E poi ci sono giorni cosi', in cui non vorresti più partire



martedì 7 dicembre 2010

Le Vacanze Francesi


Vi dicevo, non sono normali le Vacanze Francesi.
Perché sono
tante. Ma tante.
E frammentate, oh quanto sono frammentate.

Talmente tante e frammentate che io e il fidanzato abbiamo dovuto allestire un calendario familiare (cartaceo; con la tecnologia mi incasino) su cui in azzurro abbiamo segnato tutte le vacanze scolastiche dei bambini (suoi) e in rosso tutte le festività nazionali (mie e sue).
Il calendario é una specie di Mondrian.


sabato 4 dicembre 2010

WiFi Oui à Paris

Ecco, il titolo é un pelo macchinoso.
Ma il succo é interessante.
A patto di avere un bel cellulare moderno (no, non quel Nokia gnappetto che vi ha regalato la zia Rosa per il compleanno, circa 10 anni fa), di quelli dotati della magica funzione WiFi, o un bel laptop con batterie durevoli, a Parigi dovreste trovarvi proprio benino.


giovedì 2 dicembre 2010

Retouche

Eh si.
L'header era tutto spettinato.
I font avevano le borse sotto gli occhi.
Le immagini avevano le sopracciglia in disordine.

Era ora di un bel retouche!

Che ne dite? Vi piace?


Soddisfazioni


Fare la mia PRIMA chat on line in FRANCESE.
Con quegli storditi del SERVIZIO CLIENTI della Società Gaz De France Dolce Vita
Riuscire a FARMI CAPIRE EGREGIAMENTE scrivendo al volo.
Facendo probabilmente una MAREA di ERRORI di parole ed accenti.
Errori che peraltro' io NON HO NOTATO assolutamente.

Queste sono SODDISFAZIONI DELLA VITA.


mercoledì 1 dicembre 2010

Come vivere a Parigi con un marito. Parte 1


Dopo tanti post sui quadrupedi, oggi l'amica ML. (una magnifica streghetta rossa che abita anche lei a Parigi) mi chiede cosi' a bruciapelo:

"Ma quando farai un post su Come Vivere a Parigi con un Marito, piuttosto?".

Evidentemente mi sto focalizzando un po' troppo sulla vita parigina vista dal basso (vista da 60 cm la vita é più facile) ed é ora che ritorni a vedere il mondo ad altezza umana, da 170 cm. circa.
 
* Noticilla per gli uomini che leggeranno questo post*
Andate via! Scio'! Questi sono discorsi tra donne. E, come sapete, spesso le donne si raccontano cose che gli uomini non dovrebbero nemmeno conoscere. E io non faro' eccezione.


martedì 30 novembre 2010

Comunicazione di Servizio

Con la presente, vorrei ringraziare calorosamente il mio pubblico. Tutto il mio pubblico.
Ringrazio anche i miei parenti e la mia maestra d'asilo e la mia costumista e il regista e lo staff luci e i truccatori e gli scenografi e la post produzione.
Scusate sto divagando.

Dicevo: o
ltre ai lettori dall'Italia, i miei più sentiti rigraziamenti ai lettori dei seguenti Stati mondiali:

Francia, Germania, Stati Uniti, Belgio, Singapore, Paesi Bassi, Monaco, Regno Unito, India, Federazione Russa


I quali, probabilmente, non capiranno un tubo di cio' che scrivo. Ma come mai ritornano?

Sentite, non essendo in grado di tradurre il mio blog in francese, tedesco, americano, fiammingo, olandese, francese, inglese, indiano, russo, ho deciso che per fidelizzare il mio pubblico straniero da domani pubblichero' immagini profondamente culturali su Parigi.
Come questa:


lunedì 29 novembre 2010

Come vivere a Parigi con un cane. Parte 2


Ieri, navigando random in rete, alla ricerca di ispirazioni per il week end, mi sono imbattuta in un blog delizioso: Paris Breakfasts.
E' un blog di una americana che vive a Parigi e che parla principalmente di cose parigine. Cose belle, buone, che costano un botto e/o che fanno ingrassare: moda, macarons, vetrine di lusso.
Ma (ed é per questo che mi piace) ci mette spesso foto di cani e di arte, di acquerelli, di cioccolato.
E, in più, Paris Breakfast avalla la mia teoria canina su Parigi.


venerdì 26 novembre 2010

Strano ma vero


In Francia il mercoledi' i bambini non vanno a scuola.
E neppure il sabato.
Si, si. Avete capito bene. La settimana qui é di 4 giorni. Una quattrimana, in pratica.

giovedì 25 novembre 2010

Ode alle Poste (Italiane)


Oggi mi sono decisa a telefonare al call center delle Poste italiane.
Si tratta di un simpatico numero di telefono (+39.081.22.55555 raggiungibile anche dall'estero) che l'Utente Medio puo' chiamare dalle 8 alle 20 per parlare un po' dei fatti suoi, della sua vita, dei suoi problemi.

Il mio problema di oggi é che un mio pacco spedito da Milano il 2 Settembre 2010, non ha ancora raggiunto la sua destinazione finale cioé Parigi, addi' 25 Novembre 2010, dopo qualcosa come 84 giorni di viaggio.


martedì 23 novembre 2010

Voglio una vita semplice a Parigi


Un principe saudita il cui nome si compone di bel 7 parole (motivo per cui non mi daro' la pena di riscriverlo qui: ragazzi, la vita é già abbastanza complicata...)(chiamiamolo Prince) ha appena acquistato il famoso Hotel Crillon di Parigi (vedete qui il video che introduce al sito dell'hotel. Non so a voi, ma a me la tipa dello spot fa venire il nervùs: lancia i giornali per terra, butta le rose a destra e a manca. Ma insomma!).

Giusto per la cronaca, l'hotel fa parte della favolosa catena dei Leading Hotel of the World (mica la pensione da Nando) e pare che sia stato acquisito per la mirabolante cifra di 250 milioni di euro (un qualche migliaio di barilotti di petrolio che il principe aveva in cantina).


lunedì 22 novembre 2010

Vicini di casa - Parte 3


Io non so perché, ma siamo circondati da bambini.
Dunque, abbiamo bambini di fianco. Bambini di sotto. Bambini di sopra. Bambini sopra sopra. E anche bambini sotto sotto.
In più, non so SE é perché siamo circondati, ma mi sono accorta che i bambini - scusate la delicata perifrasi - a casa fanno un casino immenso.

Nelle mie precedenti vite (e case), ero perlopiù circondata da single rampanti, coppie stilose senza figli, famiglie borghesi (con figli adolescenti perennemente fuori casa, alé) e anziane sole a modino. Insomma, zero bambini.
Voglio dire, in Italia il nostro bel tasso di natalità di 1,41 (uno dei più bassi d'europa) ce lo siamo guadagnato sul campo, mica bruscoli.


venerdì 19 novembre 2010

L'inglese? Lo hanno inventato i Francesi

E parli anca el milanès

L'altra sera é partita una baruffa in casa.
Di quelle baruffe che durano un bel po' e non finiscono "a tarallucci e vino".
D'altronde, vorrei vedere voi nella mia situazione! Se il vostro fidanzato vi correggesse durante una conversazione in francese, dicendo che [budget] non si pronuncia "bàgget" (come tutto il mondo pronuncia, da millenni e millenni) ma "budgé". Si, proprio cosi'. Con l'accento sulla e.


giovedì 18 novembre 2010

Comunicazione di Servizio

Dlin Dlon

A quel navigatore della rete che é arrivato al mio sito digitando:

"Milano cerco dove comprare le michette"

suggerisco di recarsi presso la rivendita di pane (detta anche panetteria) più vicina alla sua abitazione.

Dlin Dlon

mercoledì 17 novembre 2010

Luoghi Comuni o Grandi Verità?

Cliché sui Parigini - via Italiani a Parigi



Cliché sugli Italiani - via Bruno Bozzetto

Parlo prima dei cliché italiani: QUASI tutti veri. Bozzetto calca un filino la mano, ma ci siamo (avete PRESENTE quanto é DIVERSO un imbarco Easyjet a Milano o Londra?! Io si).

Cliché francesi: é tutto ver[CENSURA!]!!!!

Voi cosa ne pensate?

lunedì 15 novembre 2010

Come vivere a Parigi con un cane - Parte 1

Io. Il Tommy
Dunque. Premetto che il Tommy a Parigi con me non é venuto.
I motivi sono tanti. Glieli lascio spiegare.
  1. perché la Ale é solo la mia sorellina, non la mia padrona. Io (il Tommy) appartengo (anche secondo l'anagrafe; e c'é pure scritto sul mio passaporto) alla mamma Chicca. Dicono che noi cani siamo come dei bambini di 2 anni. Voglio dire, voi quando avevate 2 anni sareste mai andati a vivere a Parigi solo perché vostro fratello maggiore ci si trasferiva? Io no.


mercoledì 10 novembre 2010

Spartacus: la rivolta degli elettrodomestici (milanesi)

La mia lavatrice


Se il buongiorno si vede dal mattino, stamattina io sono stata svegliata dal frigo.
Non scherzo.
Stavo dormendo beata, fuori era buio, a casa mia non vola una mosca né fuori né dentro (e no, i vicini non cominciano a spostare i mobili se non verso le 8, 8.30) quando nel sogno che stavo facendo compare un BIP BIP BIP BIP.
Ora, va bene che io faccio sogni normalmente articolati, complessi, futuristi se non demenziali, ma un BIP BIP nel sogno non lo avevo mai avuto.


lunedì 8 novembre 2010

I vicini di casa - Parte 2

Ed eccovi il seguito. Per chi si fosse perso la (imperdibile) parte 1, ecco qui il link.

Les voisins

Oltre al vicino di pianerottolo, il caro PsicoP, a Parigi abbiamo anche dei vicini di sopra, di sotto, e di sotto a destra. E poi quelli quelli sotto sotto a destra e a sinistra. E poi tutti gli altri.
Come succede spesso nelle grandi città, tu i tuoi vicini di casa non sai nemmeno chi siano: non li hai mai visti.
Anche se abitano lì dall'86. Non sai cosa pensare.


venerdì 5 novembre 2010

Trovare casa a Parigi. Corso di sopravvivenza. Parte 1

Hai trovato un appartamento che non costa un botto a Parigi? Allora c'ha la magagna...
Non vi racconterò storie.
Ma solo la vera verità: la prossima sessione di Team Building di una nota azienda di software californiana non si volgerà nel torrido deserto del Sahara, ma in Francia. E il tema della sessione sarà: Trovare casa a Parigi - affrontare i rischi senza lasciarci la pelle.


giovedì 28 ottobre 2010

Ontologia della basura

Monnezza ore 16.15
Eh no. Qui la grève non c'entra. E non siamo neppure a Napoli. E Acerra é lontana 1614 km.
A Parigi devi pensare che la pattumiera (a bordo strada, sulla strada, a bordo marciapiede, sul marciapiede, a bordo entrata di casa tua, a casa tua) ha una ontologia tutta differente da quella che gli attribuiamo noi Italiani. Vi racconto.
Da noi pattumiera = basura = monnezza = rumenta = rusco = buzzico = in definitiva, uguale al male. Il Male.
Noi Italiani ci vergognamo. La pattumiera é una sofferenza. Una punizione divina.
A Milano dobbiamo tenere 5 porta-pattumiere diverse, a casa:



martedì 26 ottobre 2010

Les boulangeries. Istruzioni per l'uso

Il nuovo rito pagano: la coda

Vi avviso subito: se vedete una cosa cosi a Parigi...no, non stanno distribuendo gioielli gratis. E nemmeno banconote. E no, non c'é una vendita privata di Tod's. E no neppure, non c'é dentro Vincent Cassel che firma autografi.
Semplicemente, é in atto il nuovo rito pagano: la coda alla boulangerie.
Per carità, ci sono mille paesi che fanno le code come si deve, e in mille modi diversi. A Londra le fermate del bus hanno delle code fini fini, tratteggiate. Ad Amsterdam il Rijksmuseum ha una bella coda curva e flessuosa. A NYC le code per comprare il nuovo iphone sono scarmigliate ma pettinate.
A Parigi, prima di guadagnarti il paradiso di una baguette croccante, devi subire il purgatorio della coda alla boulangerie.

lunedì 25 ottobre 2010

E tu dove metti il pane?

Eccoci. Questo é il primo sondaggio del mio blog.
Un po' per sapere come la pensate, un po' per capire se sono l'unica che la pensa cosi' e cosà.
Il tema di quest'oggi sarà il pane.

Non perché il titolo del mio blog lo richiama....nooo.
Solo perché il pane (ed il suo uso) puo' far riconoscere dei cittadini di un certo paese da quelli di un altro. Fammi vedere come tieni il pane e ti diro' chi sei, direbbe qualcuno.
A Parigi lo tengono...beh ve la raccontero' in un prossimo post, come lo tengono il pane a Parigi!
Per ora rispondete al sondaggio, cliccando sul link qui sotto.
E buona lettura.

Iniziamo?!




Giusto per aggiornarvi, attualmente il 100% delle risposte sono date da Italiani o da Italiani camuffati da Francesi ma sempre italiani sono.
Qui il pane va da tutte le parti tranne che nel suo bel sacchetto di carta.

domenica 24 ottobre 2010

Retouche

Video Dove Evolution: uno dei più bei video pubblicitari

Forse voi lettori non ne sentivate il bisogno, ma oggigiorno i lifting si fanno anche prima di averne bisogno!
E allora l'header si è fatto un ritocchino.


Ps: per chi fosse curioso di vedere la versione integrale del video Dove, clicchi qui

venerdì 22 ottobre 2010

Piove. Governo di Sarkozy e Carlà


Quando piove i francesi si bagnano, dicevo.
Brava, direte voi, la pioggia è umida ovunque nel mondo.
Bravi, vi dirò io, basterebbe coprirsi!

No. Qui non si coprono. A Parigi funziona diversamente.
La scena tipo, in un giorno in cui piove/pioviggina/fa 4 gocce poco convinte/diluvia, é il seguente:

- inizia a fare goccioline. Ale alza la testa e scruta il cielo, preoccupata. La parigina tipo continua a camminare ad andatura spedita, guardando in basso con faccia truce

Successi

Vera carta di credito de M. le Président

Dopo tanti Alessandrà, Caterinà, casà, pizzà

sentire N. che dice "Sàrkozy" con l'accento (sbagliato) sulla prima a

NON HA PREZZO

Per tutto il resto c'è una carta di credito

giovedì 21 ottobre 2010

Strano ma vero

I francesi, quando piove, si bagnano.

Strano ma vero

Da oggi lancio questa nuova rubrica "Strano ma vero", che mi consentirà di raccontarvi bizzarrie e stranezze di questo popolo, di questo paese e soprattutto di questa città.

Vi citerò' Montesquieu:
I viaggi danno una grande apertura mentale: si esce dal cerchio dei pregiudizi del proprio Paese e non si è disposti a farsi carico di quelli stranieri. C. de Montesquieu.


Quindi io non me ne faccio carico. Ve li racconto e basta!
A presto, per farci quattro risate.


lunedì 18 ottobre 2010

I vicini di casa - Parte 1

Tre cuori in affitto
No. Non é una puntata di Tre cuori in affitto.
Questa assomiglia piuttosto ad una puntata di La famiglia Bradford, visto il numero di persone coinvolte.
I miei vicini di casa. Dunque. Innanzitutto dovete sapere che in Francia fanno figli. Tanti figli. Bambini bambini e bambini. Con una media di 3 (dico TRE) bambini a famiglia. Cioè le famiglie di partenza, prima del divorzio e prima di creare delle nuove famiglie con altri bambini nati dal secondo matrimonio, dette famiglie ricomposte. Ma questo sarà tema di una altro racconto...

Dicevo quindi che la mia casa non poteva fare eccezione: siamo circondati! Bambini su, bambini giù, bambini di fianco, bambini più sotto. Bambini ovunque.
Ma anche i loro rispettivi genitori, ovviamente.
E se i bambini sono strani, potevano essere normali i loro genitori? No.
Eccoli. Ve li presento:


sabato 16 ottobre 2010

Lavare i golfini in Francia...no eh?

Il prodotto fantasma
Un ennesimo mistero.
...Va bene che a Parigi non si fa il cambio armadi. Quello che si mettono in estate é all' incirca quello che si mettono in inverno. Ho visto collant da 150 denari, nero opaco, indossati ai primi di settembre con 25 gradi. Cosi come ho visto gonnelline leggere senza calze e ballerine, indossate qualche giorno fa mentre io mi sognavo solo un piumone d'oca e i moon boot.
...Va bene che forse i golfini in cachemire qui non sono cosi comuni o meglio sono un bene di lusso che non vedo né frequentemente venduti né frequentemente indossati.
...Va bene che forse lavare i golf prima di stirarli e piegarli con cura e riporli nei sacchetti trasparenti con chiusura ermetica, per preservare le fibre da polvere e tarme, non é proprio negli usi e costumi della popolazione autoctona, che - senza offesa - ha una diversa attenzione all'eleganza, alla cura della persone e dell'abbigliamento.


giovedì 14 ottobre 2010

Il design svedese

Io: prima, durante e dopo l'Ikea

No. Niente da dire sull'Ikea. Quel che c'é a Milano c'é a Parigi. Paro paro.
Beh i prezzi qui sono più alti. Ma questo sarà il tema di un altro post. Ora volevo raccontare altro.

Dicevo, la differenza tra "oggi andiamo all'Ikea??" a Milano e "oggi andiamo all'Ikea??" a Parigi, é il tempo che ci metti. 4 ore e mezza di differenza.
A Milano mi bastava un venerdi' dopo l'ufficio:
  • 17.30 abbandono della scrivania; 
  • 17.47 arrivo al parcheggio Ikea; 
  • 17.51 appropriazione del sacchetto giallo; 
  • 18.45 uscita dalla cassa veloce e dribbling tra il salmone e le polpette surgelate; 
  • 19.30 arrivo a casa e accensione della prima candela Tindra alla vaniglia.
 Facile. Rapido. Efficace.

Oggi sono andata all'Ikea con la mia amica Simona.
Appuntamento alle 10 (del mattino)(le scioperate) sotto casa sua, sulla direzione dell'autostrada A6 dirette a Thiais.
"Andiamo a Thiais! E' l'Ikea più vicina. E' piccola e meno fornita, ma ci si arriva in un attimo!".
Siamo rientrate a casa alle 16.30.
Ho detto: le 16,30. Un attimo.

E vi giuro che non abbiamo comprato decine di composizioni di armadi Pax. No. Due sacchettini di cagate.
Riflettendoci bene, i motivi che ti fanno impiegare 6 ore e mezzo qui per fare le stesse cose che ti prendevano 2 ore a Milano, sono diversi:

1)  uscire da Parigi in auto, ad ogni ora del giorno, é una sfida divina. Code, code, code. E embouteillages. Ma è nulla in confronto al RIENTRARE a Parigi in auto. Quasi quasi ti vien voglia di pernottare ad un qualunque Etap Hotel lungo l'autostrada, e di ripartire all'alba. Ti dici che se all'epoca Parigi valeva ben una messa, adesso vale almeno un elicottero.
Ma noi siamo state brave: zigzagando alla francese tra le varie corsie dell'autostrada, abbiamo ridotto il viaggio a 1 ora e mezza a tratta. E' l'Ikea più vicina!


mercoledì 13 ottobre 2010

Stasera cinema

Facile, mi direte voi, vero?!
Si, facile. Facile nell'altra vita. Qui a Parigi c'ho problemi anche col cinema.
Primo. Ci sono circa 380 cinema a Parigi. Tanti sono multisale. A volte ci sono 2 cinema della stessa catena nella stessa via.
Secondo: I nomi sono spesso sigle. Tutte simili. O cosi mi sembrano: UCG, Gaumont, Pathé, MK2, CGR. Sono già confusa.
Terzo: i film sono spesso in lingua originale. O in lingua originale con i sottotitoli. O tradotti. Quindi hanno delle simpatiche sigle che ti spiegano in che lingua dovrai settare il tuo cervello. E le simpatiche sigle sono V.O. o V.O.F. o V.O.ST.FR. o oppure V.O.ST.A. oppure sigle scritte direttamente nella lingua originale (con predilezione per il serbo-croato ed il vietnamita). Insomma fai bene ad abbandonare ogni speranza di capire bene il film: se sei fortunato lo vedrai in inglese slang del nord, con sottotitoli in francese stile argot, e ci saranno sicuramente dei passaggi in pakistano.



Poi dicono che viaggiare sia facile!

Come no! Facilissimo!

Quando ti accorgi che il  "cornichon" non é quello da cui salta l'aspirante suicida, ma te lo servono a tavola insieme al bollito.
(cornichon = cetriolino; corniche = cornicione)
E quando a tavola ti offrono del "boudin", e tu sei convinta di meritarti il dolce, loro di passano un sanguinaccio di maiale.
(boudin = sanguinaccio, budino = flan)
Quando dici che é bello "se faire baiser" dagli amici, tu stai parlando di amicizia ma loro capiscono che le italiane sono tipe trallallà.
(se faire baiser = farsi scop***; baciare = embrasser)

Quando tutto cio' accade ti accorgi che sei espatriato. E che sei in un mare di guai (linguistici)(e non).

Benvenuti nei miei racconti: seri; semiseri; totalmente idioti.
A volte anche idioti, si. Sentite, é già tutto complicato, lasciatemi fare almeno qui!