mercoledì 10 novembre 2010

Spartacus: la rivolta degli elettrodomestici (milanesi)

La mia lavatrice


Se il buongiorno si vede dal mattino, stamattina io sono stata svegliata dal frigo.
Non scherzo.
Stavo dormendo beata, fuori era buio, a casa mia non vola una mosca né fuori né dentro (e no, i vicini non cominciano a spostare i mobili se non verso le 8, 8.30) quando nel sogno che stavo facendo compare un BIP BIP BIP BIP.
Ora, va bene che io faccio sogni normalmente articolati, complessi, futuristi se non demenziali, ma un BIP BIP nel sogno non lo avevo mai avuto.


Mi alzo di colpo per capire cosa stesse succedendo, mi aggiro come un puma per l’appartamento (sicuri che i puma ci possano vivere in 60 mq?), orecchie tese e sguardo cieco (non sono orba! Era buio, ve l’ho già detto).
Alla fine la mia perlustrazione mi porta in cucina. Dove il simpatico super-frigo-silver-milanese, molto design e molto spazio, stava evidentemente tirando le cuoia.
Lo apro ed é buio anche dentro (brutto segno). Metto una mano all’interno ed é tiepido (bruttissimo segno). Apro il congelatore e sembra Capri a primavera (orrido segno). Il frigo ci ha lasciato, viva il frigo.
Piango tutte le mie lacrime, visto che avevo appena fatto una spesona da Picard. E avevo appena portato da Milano 3 kg di formaggio puzzone, che durante la notte (a 20 gradi) ha  dato fondo a tutte le sue forze pestilenziali, rendendo il frigo peggio dell’armadietto-scarpe di 10 adolescenti. Blah!
E adesso?
Chiamare un Tecnico Parigino é un dramma. Qui a Parigi, chi ha dovuto aver a che fare con Tecnici/idraulici/elettricisti/muratori/riparatori Parigini di varia natura CONOSCE il drammatico stato d’animo in cui ero questa mattina.
A patto di conoscerne uno, qui chiamare un Tecnico Parigino richiede:
  • Tanto tempo per trovarlo al telefono. Non risponde mai, ché manco Obama...
  • Tanto tempo per convincerlo a venire da te: “Le giuro il frigo funziona quasi bene, sarà un’operazione velocissima, anzi venga anche solo a vederlo senza toccarlo, giusto per vedere che cera ha”
  • Tanto tempo per riceverlo: prima fissa un appuntamento, poi non si presenta, poi ne fissa un altro, poi non puo’ venire perché c’é la grève, poi puo’ venire ma solo sabato mattina alle 8 in punto!
  • Tanti soldi per pagarlo. E non accetta reni o polmoni. Solo contanti.

Ma io stavolta il Tecnico Parigino-sceicco non lo chiamo! NON LO CHIAMO!
E invece lo dovro’ chiamare, come si fa a stare senza frigo?
Tempo di pensare questa frase, smuovo il cavo di alimentazione e il super-frigo-silver-milanese puzzolente riparte. Riparte! E’ ripartito. Ri-par-ti-to.
Ballo la samba-del-Tecnico Parigino per un po’ e poi decido di festeggiare con un bel bucato di bianchi.
Quelli già pre-trattati, quelli medio sporchi e quelli che boh. Insomma butto tutto dentro la mia super-lavatrice-milanese, faccio scattare il programma digitale sui bianchi max 40° e me ne vado serena.
Ballo ancora un po’ la samba-del-Tecnico Parigino e vado a fare una doccia.
Finisco la doccia e sento che dalla cucina arrivano dei singhiozzi metallici. Degli OUCH OUCH OUCH mai sentiti.
Corro a vedere e la super-lavatrice-milanese e anche lei sta tirando gli ultimi: é piena di acqua, il cestello ruota come se volesse far partire la centrifuga ma non ce la fa e torna indietro, il vetro é bollente e il sapone fa bolle minacciose. Cacchio!
Smanetto coi programmi digitali, on-off, 40°-60°, stiro-facile stiro-difficile ma niente. Riparte e poi falo stesso lamento di prima.
A me viene da piangere e mi sembra di vedere che il frigo ride. Ma forse é solo un’allucinazione da disperazione.
Stacco e riattacco la presa. Vado a fare un giro dell’appartamento ignorando la lavatrice (magari funziona come per i capricci dei bimbi!), torno e ci riprovo.
No il Tecnico Parigino no!!!
No io non lo voglio chiamare! Piuttosto vado a fare un corso alla Mairie per aggiustare gli elettrodomestici da sola! Ma il Tecnico Parigino no! No e no.
E invece lo dovro’ chiamare, come si fa a stare senza lavatrice?
Tempo di pensare questa frase, rischiacchio il pulsante on la super-lavatrice-milanese riparte. Riparte! E’ ripartito. Ri-par-ti-ta.
Finisco il bucato, stendo e sorridendo vengo al pc, per raccontavi questo bell’aneddoto parigino.
Stavo scrivendo il pezzo per il blog quando d’improvviso il super-schermo-flat-milanese si oscura. Buio. Nero. Vuoto.
Controllo e il pc sta girando, la presa dell’alimentazione é ben inserita, on-off, controllo sopra sotto dietro e di fianco.
Ma io non ci posso credere. Ma cosa succede oggi? Chi mi ha fatto una fattura anti-tecnologica?
Non so che fare e penso che io da sola non posso farci niente. E stavolta, anche se non vorrei, stavolta…Stavolta lo dovro’ chiamare il Tecnico Parigino, come si fa a stare senza pc?
Tempo di pensare questa frase, ripremo on e il super-schermo-flat-milanese risplende di nuovo. Riparte! E’ ripartito. Ri-par-ti-to.

Ora, visti gli eventi odierni, dopo il terrore al solo pensiero di dover tenere i cibi in ghiacciaia, fare il bucato in riva alla Senna e mandare per lettera i post del mio blog, credo che i miei super elettrodomestici milanesi non abbiano paura di fare soffrire la loro padroncina.

Piuttosto, sono arrivata alla conclusione che anche loro hanno paura del Tecnico Parigino!!!

Related Stories Widget by LinkWithin

4 commenti:

  1. OMG cherie le rivolte tecnologiccche sono all'ordine del giorno ahi noi :-( e capitano un pò a tutti, ma credo che in questo specifico caso sia un problema di impianto elettrico...L'eventuale si spera da non chiamare tecnico parigino dovrebbe dare un'occhiata a quello, mi sa che c'è un problema di tensione ;-)!

    CG

    RispondiElimina
  2. Cara CG, cosa significa OMG? Organismi Geneticamente Modificati? Ho il frigo alla soja? :)
    Tensione dici? Sicura? Io il Tecnico non lo voglio chiamareeee.....sob sigh

    RispondiElimina
  3. Quando M.me Tourasse al piano di sotto, ha subito la perdita d'acqua della mia cucina, io il tecnico l'ho dovuto chiamare. Quando me lo sono trovato alla porta non sapevo piu se essere felice del suo pronto intervento.Sguardo scuro, barba sfatta, balle girate, entra in cucina e inizia a dare ordini: mi ha fatto smontare lo zoccolo del mobile della cucina per arrivare a vedere il problema, perche lui dove non c'é un guasto non mette mano, mi ha fatto contorcere sotto il lavabo per indicargli la perdita con la mia lampadona di emergenza. lui intanto scuoteva la testa con aria schifata. poi ha avvitato una vite, e se ne è andato dicendo che ce l'eravamo scampata bella, raccontandomi delle sue due figlie (Lena e Nena)in bella vista sullo sxhermo del cellulare.120 euro in venti minuti.

    RispondiElimina
  4. Cara Simona, in pratica hai pagato 120eurilli per un racconto di famiglia?! Racconto per racconto, vieni di nuovo sul mio blog allora...è GRATIS! :)
    Capperi Simo, confermi il mio TERRORE per i Tecnici Parigini.
    Ma cosa vuol dire, che se mi si rompre l'auto, io devo smontare il motore fino a fargli vedere la candela sporca e poi rimontare il tutto e alla fine staccare l'assegno?! No eh...

    RispondiElimina