lunedì 18 ottobre 2010

I vicini di casa - Parte 1

Tre cuori in affitto
No. Non é una puntata di Tre cuori in affitto.
Questa assomiglia piuttosto ad una puntata di La famiglia Bradford, visto il numero di persone coinvolte.
I miei vicini di casa. Dunque. Innanzitutto dovete sapere che in Francia fanno figli. Tanti figli. Bambini bambini e bambini. Con una media di 3 (dico TRE) bambini a famiglia. Cioè le famiglie di partenza, prima del divorzio e prima di creare delle nuove famiglie con altri bambini nati dal secondo matrimonio, dette famiglie ricomposte. Ma questo sarà tema di una altro racconto...

Dicevo quindi che la mia casa non poteva fare eccezione: siamo circondati! Bambini su, bambini giù, bambini di fianco, bambini più sotto. Bambini ovunque.
Ma anche i loro rispettivi genitori, ovviamente.
E se i bambini sono strani, potevano essere normali i loro genitori? No.
Eccoli. Ve li presento:


  1. La famiglia dello Psico-Pianista: vicini di pianerottolo, famigliola all'apparenza normale. Coppia giovane, svaccata e trasandata, con una piccola bimba di qualche mese, che ho visto anche in panza. All'inizio pensi che sia una qualsiasi famigliola bobo. Rasarsi forse non sarà il forte di lui e lei lascia la monnezza (pannolini sporchi compresi) sul pianerottolo. Ma suvvia, siamo moderni! Basta fare la borghesuccia milanese, abituata a fare la polvere ogni 2 giorni e a depilarsi le ascelle ogni 3! Questa é Parigi, una città internazionale ed eclettica, e le convenzioni borghesi qui sono muffa.
    Va bene: quando esco evito di guardare dalla loro parte di pianerottolo. Tanto so cosa mi aspetta. Sacchetti di basura. Alcune volte ci sono simpatiche aggiunte, come assi di legno e barre di metallo poggiate allo stipite, che aumentano di mese in mese, e restano li immobili e inutilizzate. Sarà un collezionista di arte moderna e io come solito sono antica?!
    C'é di buono che in casa non si sentono. Cioé non si sentono parlare. Mai. Useranno il linguaggio dei sordi o il dialogo familiare latita? Non lo so, ma voci non ne sento. In compenso pero'.
    In compenso pero' lo psico-pianista esattamente 8 mesi fa si é regalato un pianoforte. Una cosina piccola, tipo quelli dei film del far west. Chissà che belle melodie sentiremo appena PsicoP ha imparato a strimpellare!
    Seé.
    PsicoP non ha mai imparato. Sono 8 mesi che, preferibilmente la notte dopo le 23, PsicoP apre il suo piccolo piano ed inizia la sua psicomusica, fatta di UN SOLO ACCORDO, UNA SOLA SCALA ripetuto all'infinito, anche per 1 ora o 2. La stessa musica, ipnotica, densa, che attraversa la piccola parete della sua entrata e penetra nel nostro salotto, e ti entra nel cervello e si sostituisce ai dialoghi del film che stai vedendo o al libro che stai leggendo in salotto.
    Tu accusi il colpo ma taci. Il buon vicinato cosmopolita dove lo metti, vorrai mica far vedere che sei una milanesetta qualunque? Le tue sere procedono sempre bene fino alle 23 circa. Quando PsicoP apre il pianofortino. E inizia la sua psicoscala. E le tue tachiocardie.
    Ma Nico (tipo assai pacifico, accomodante e accogliente, di norma) ha sbroccato prima di me e una notte verso l'1 é saltato dal letto ed ha raggiunto in 3 passi la porta di casa di PsicoP, e gli ha scampanellato sulla faccia. Di fatto l'entrata di casa di PsicoP é di 2 mq. Quindi quando suoni se lui é al piano, gli suoni proprio sul muso. PsicoP ha aperto balbettando parole vaghe, con le mani in alto e la bandiera bianca che sventolava.
    Da quella volta non ha più suonato la notte notte. Ma inizia sempre verso le 23.
    Veniamo a sapere poi che lavora nella musica, fa un programma radio notturno su non so più quale radio, e parla di musica. Ahhhh, allora sta solo facendo pratica su un brano lounge-indi-rock che vuole proporre alla sua radio, fra poco smetterà.
    Non ha mai smesso.
    L'altra sera abbiamo messo in atto una piccola vendetta: quando la sera ha attaccato la nenia, abbiamo preso lo stereo, messo un CD di musica rock anni 80, voltate le grandi casse verso la parete del salotto che ci divide dal suo piccolo pianoforte, regolato l'audio su 29 e schiacciato ONNNN!
    Si é sentito un salto, poi il silenzio. SILENZIO.
    Milanese versus PsicoP 1-0
E voi che vicini di casa avete?

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2 commenti:

  1. Palazzina di sei piani.
    RC: Portinaia e marito, italiani, in Francia da una vita, entrambi ampiamente sovrappeso, sembrano avere una certa allergia all'acqua e ai pettini, entrambi con peluria sul mento. Non ho ancora capito bene la lora funzione nel palazzo. Alla sera lavorano come camerieri nel ristorante italiano a fianco.

    Primo piano: Donna con bambino. Il mio compagno che esce alla matina alle 6 di casa e torna alle 19 la incrocia regolarmente e puntualmente mi chiede se l'ho incontrata, cosi magari visto che anche io ho un pupo magari facciamo due chiacchiere. Ma io non l'ho mai vista. Ho visto solo il passeggino parcheggiato a fianco all'ascensore.

    Secondo Piano: cognome giapponese ma mai visti
    Terzo piano: cognome arabo ma mai visti
    Quarto piano: Sig. e Sig.ra Pavlowsky. Lui un grande! Sembre brillante, battuta pronta, capello bianco, folto sempre pettinato, pienotto ma distinto. Sempre felice di incontrarti, sorriso pronto, snodo di informazioni pratiche, ti serve una donna delle pulizie lui ne conosce una brava e di fiducia, ti serve questo o quello lui sicuro ti sa dire dove rivolgerti. gestisce una casa editrice a finaco al palazzo, pubblica volumi sulle strategie militari. A vederlo sembrerebbe piu un restaurant tester di Gambero Rosso o un mistery guest di Sheraton, invece pubblica libri di guerra. Non conosci mai troppo i tuoi vicini..

    Quinto piano: La signora Tourasse. Pesera' si e no 30 chili, capelli bianco grigi, vive da tre anni al quinto piano. Lo occupa per intero. deve avere un bell'appartamentino, la Sig.ra Tourasse. L'unica coi gerani alle balconette. L'unica con gli zerbini coordinati fuori ai suoi portoni sul pianerottolo. Eppure l'impressione che ho avuto quando mi ha fatto visita per verificare da dove venisse la perdita d'acqua che le stava inondando la cucina é che in verità il quinto piano infondo le andasse stretto. Avrà sempre qualcuno sulla testa. Contratta, insoddisfatta, magra, e forse un po sola la Sig.ra Tourasse.

    Sesto e ultimo piano: io e famigliola: adolescente con brufoli, pupone di 2 mesi tutto burro, nerd, e aspirante mamma a tempo pieno.

    Due righe due per l'ascensore: praticamente un montacarichi 50 cm x 50 cm rivestito di velluto rosso sbruciacchiato; l'incubo di ogni claustrofobico come me

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  2. Simona, che bellissimo racconto!
    Sai cosa mi ricorda? Il libro "L'eleganza del riccio".
    Mi incuriosisce Mr Pavloswsky. Un giorno andiamo a chiedergli qualche informazione strana in libreria, e lo smascheriamo, the "ghostwriter".
    :)
    Ciao!

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