martedì 26 ottobre 2010

Les boulangeries. Istruzioni per l'uso

Il nuovo rito pagano: la coda

Vi avviso subito: se vedete una cosa cosi a Parigi...no, non stanno distribuendo gioielli gratis. E nemmeno banconote. E no, non c'é una vendita privata di Tod's. E no neppure, non c'é dentro Vincent Cassel che firma autografi.
Semplicemente, é in atto il nuovo rito pagano: la coda alla boulangerie.
Per carità, ci sono mille paesi che fanno le code come si deve, e in mille modi diversi. A Londra le fermate del bus hanno delle code fini fini, tratteggiate. Ad Amsterdam il Rijksmuseum ha una bella coda curva e flessuosa. A NYC le code per comprare il nuovo iphone sono scarmigliate ma pettinate.
A Parigi, prima di guadagnarti il paradiso di una baguette croccante, devi subire il purgatorio della coda alla boulangerie.

E le regole sono strette, severe e imprescindibili.
Ti avvicini alla boulangerie con passo marziale e sguardo basso. Approcciando la coda rallenti, quasi timidamente, e guardi intorno se ci sia qualcun altro in arrivo a cui eventualmente cedere il posto nella coda. Nel caso ci fosse, lo guardi con fare timido ma gli freghi subito il posto, dicendo nel contempo un sentito "pardon!".
Da quando entri nella coda, il tuo destino é ormai giocato. Non hai più diritto ad esitazioni, dubbi. "Stasera mangiamo in quanti? Lo prendo ai 5 cereali o integrale? E se provassi quella nuova tortina alle prugne? Che pane gli é rimasto?" sono tutti dubbi che devono attraversare la tua mente in un lampo, ed in un lampo essere risolti. Non c'é più spazio per l'incertezza. E' in atto il rito pagano della coda.
Se ci fate caso, durante le code in boulangerie nessuno parla con nessuno. Anche le coppie zittiscono, i bimbi ammutoliscono, le amiche tacciono. Tu devi arrivare alla fine della tua coda, essere preso nelle solide mani della boulangèèère di turno, e devi arrivarci pronto. Ho detto pronto.
Quando la boulangèèère dirà "bonjourrrr" con una voce melodiosa ed un finto tono di benvenuto, tu dovrai sapere cosa vuoi. Non sono ammesse titubanze. Non c'é pietà per l'ignoranza. E' iniziato la tremenda liturgia.
- Non sono ammesse domande ("ma le mele della tortina sono cotogne o della Val di Non?)
- Non sono ammessi dubbi su quanto ne vuoi ("mi aggiunga un paninetto. No, più grande. Cosi abbiamo raggiunto i 250grammi?")
- Non é concessa impreparazione se é tutto o se vuoi dell'altro ("si a posto cosi. anzi no guardi, ce l'ha mica della pasta da pane ma quella con il lievito madre come lo fate voi, ché la settimana scorsa i miei bimbi hanno a d o r a t o la pizza che gli ha fatto la loro mamma").
- Non é ammessa alcuna esigenza extra ("uhh, senta, non é che me le metterebbe in una busta di carta ma visto che sono calde me le lascia aperte. Ché altrimenti, guardi, ora che sono a casa mi si sono tutte smollicciate le michette sa?")
- Non sono ammesse cattive pronunce o accenti troppo forestieri ("mi dia un paio di meche. friselle. cicenielli. tarallini. piadine. ciriole. carpasine. rosette. banane. ciabatte. brazzadele. crescie. biove. giache. pettole. parruozze. pitzus. carasau. filuni. marocche. chifel. raschie)
- Non sono ammesse deroghe alle procedure ("senta glielo posso pagare domani, me lo segni sul suo quadernino. anche se passa Luigi e prende la pizza nel pomeriggio, segni tutto poi ci penso io")

La boulangèèère, dopo averti chiesto se é tutto, ti farà il conto e ti intimerà di pagare. Rapidamente. In contanti. Precontati. Ammonticchiati già sul bancone, in piccole pile dello stesso taglio. Ti passerà il tuo acquisto di pane, con quasi nessuna carta di protezione, con le stesse mani con cui ha:
- contato gli spicci
- leccato il dito per prendere il quadratino di carta marroncina
- grattato l'orecchia
- passato il mocio
- spostato il portaombrelli
Infine, distaccherà il suo sguardo imperioso da te, per posarlo senza indulgenza sul prossimo sventurato.
Tu, frullato mangiato e sputato, vieni espulso a decise spallate dal negozio: non c'é più spazio per te, tu sei già il passato.
Ti trovi cosi sul marciapiede, stordito e stravolto. Traballi.
Guardi la tua baguette già un po' usaticcia, perché già strusciata sul soprabito del "prossimo sventurato" (senza contare il contatto con le dita della boulangèèère, l'orecchia, il mocio ed il portaombrelli).
Ti resta solo da gettarla nella prima spazzatura e correre a casa a farti il tuo bel pane fatto a mano.
Ricetta qui

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5 commenti:

  1. ahahah, descrizione perfetta!!! ma ti devo confessare che adoro quella baguette "già un po' usaticcia", come quella "carica adrenalinica" che mi prende quando arrivo al banco della boulangère :)

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  2. Caro Haruki, bonjour! (Scusa, é deformazione. Se non dico il necessario bonjour, non riesco neppure a parlare o scrivere).
    Si si, adrenalina pura. Ci sono quelli che vanno a fare bungee jumping per provare il brivido. A noi basta (e cresce) andare a comprare dù panini alla boulangerie.
    Ps. Your photos are beautiful (come dicono qui a Parigi)

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  3. Leggo ora. Beh, mia figlia non ammutolisce anzi parte in quarta e si spiaccica sul vetro dove fanno bella, anzi bellissima mostra quelle tortine che solo-a-guardale-sbavi. Mamma, voglio il maialino... Neanche a parlarne, une baguette svp, 82 cents eccoli qua e via. In realtà ogni volta è una dannazione perchè io ho sempre il passeggino modello corazzata e tutte le boulangeries qui attorno hanno uno scalino di accesso (a volte due) che nemmeno la muraglia cinese. E la baguette va a finire orizzontalmente sopra la capottina corazzata, peggio per lei se piove. Tanto le mie pupe si sono già mangiate entrambi i chignons che altrimenti mi bloccavano l' uscita.

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  4. Sulla baguette e la simpatica boulangere a suo tempo scrissi anch'io http://ceraunavoltaunaprincipessa.blogspot.com/2009/04/coriandoli-e-baguette.html ; ora per diversi motivi il pane lo compro raramente ma in borsa ho sempre un sacchetto vuoto.......

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  5. tutto verissimo...e guai a provare a domandare se i croiassant sono ripieni, che tanto e' inutile, sono solo BEURRRRRRR

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