martedì 14 dicembre 2010

Café Restaurant Le Sarah Bernhardt - Evitare come la peste

Il cuoco Pierre
Normalmente non faccio recensioni, né pubblicità.
Ma se una cosa ti ha fatto uscire fuori dai gangheri - gente - e soprattutto se hai un blog, non puoi non raccontarla a tutti.

Vi racconto.
Ieri, serata di teatro all'Hotel de Ville.
Si arriva un filo prima per mangiare un boccone. Si passa davanti a 2 o 3 ristoranti/caffé/brasserie e poi si entra in quello più grande e più vicino al teatro: il Caffé Brasserie Sarah Bernhard della fermata metro Châtelet.
Quando mai. Vi prego evitatelo come la peste bubbonica, se non di più.



A meno che non vogliate mangiare i capelli del cuoco ed essere trattati come al ristorante La Parolaccia di Fantozzi.
In quel caso scrivetemi e vi suggerisco i giorni in cui cucina "Pierre il capellone". Ne avrete sicura soddisfazione.

Dicevo. Si entra al ristorante e ci accoglie un fetentissimo patron che ci urla (giuro) in faccia: "Siete in quanti!"
Noi ci guardiamo un po' perplessi e rispondiamo: "Siamo in 3".
Al che l'energumeno, senza un sorriso, ci spara un "E siete qui per cosa?"
Io annichilita, non capisco se il simpaticone sta scherzando o che. Avrei voluto rispondere: "Guardi, saremmo qui per un corso di matrioske in miniatura. Dove é il maestro intagliatore Siberiano?"
Invece mi é uscito solo un intimidito: "Beh siamo qui per...mangiare, direi".

Il patron, muso di pietra e sguardo d'acciaio, ci indica con sgarbo un tavolo e se ne va.
Ci sediamo, e nell'istante in cui il nostro stanco sederino si poggia sulla sedia, assistiamo alla prima epurazione da caffé mai vista in vita nostra: a una sciura seduta dietro a noi viene tolta la tazzina del caffé, al grido di: "Visto che non mangia, si alzi che mi serve il tavolo per il ristorante!"
E la povera sciura francese, come un soldatino sull'attenti, segue con fare mortificato la sua tazza, sperando di riuscire a bere l'ultimo sorso.
Ma non protestando, percaritàdelcielo, ci si fa trattare cosi' ma non si protesta, in Francia.
Noi, sgraniamo gli occhioni.
E un brivido ci attraversa la schiena. Poi, un rivolo di sudore comincia a colare dalla nostra fronte.
Tocca a noi ordinare.
Deglutisco.
Ordiniamo. Rapidamente ci arrivano i piatti, ed inizia il delirio.

Al primo taglio di entrecote, mia madre solleva un pezzo di carne guarnito con un lungo capello corvino.
Ma bello eh: liscio, con una punta ondulata. Una bella messa in piega, insomma.
La mamma ferma un grido, posa la forchetta, il fidanzato gesticola con ansia verso il patron.

Il patron arriva molto scocciato.
Noi indichiamo l'entrecote, la mezza parruca che ci sta assieme e aspettiamo la sua reazione.
Viso di pietra si limita a portare via il piatto, senza un bah, e sparisce nei meandri del suo salon de beauté coiffeur féminin et masculin.

Mia mamma respira zen e si massaggia le tempie: "non voglio vomitare non voglio vomitare non voglio vomitare"
Tempo 3 minuti e torna il piatto con l'entrecote.
Stranamente, la forma dell'entrecote assomiglia in modo formidabile all'entrecote di prima. Solo, le patatine sono aumentate.

Mamma attacca l'entrecote come un lupo attaccherebbe un agnellino fosforescente.
Tempo 1 minuto e la mezza parrucca ricompare da sotto l'entrecote.
Appena appena più mossa. Che se gli avessero messo al volo un bigodino per renderla più vaporosa.
Faccio notare che mia mamma ha i capelli corti, lisci e castani chiari. E' evidente che il reperto tricotico non le appartiene.
Mamma sviene gridando: "I miei sali datemi i miei sali!".
Io estraggo una boccetta d'assenzio e il fidanzato domanda "Ma é tiepida, almeno?"

Nello scompiglio generale, nessuno dei nostri vicini di tavolo alza un sopracciglio. Mi viene il dubbio che ognuno fosse occupato a cercare peli nel piatto suo.
Il patron accorre con flemma, e inizia a lamentarsi per il nostro comportamento:
"Ma insomma, che la signora si raccolga i capelli, la prossima volta: in effetti é un capello lungo cosi - e fa gesto con le mani come se raccontasse del suo ultimo trofeo di pesca - il mio cuoco é pelato, quindi é evidente che la signora soffre di alopecia".
Mia mamma rinviene ma sviene subito dopo. Peccato, perché cosi' si é persa la scena finale.
Il patron porta via il piatto borbottando: "Il cuoco é pelato. Per stavolta gliela cambio. ma che non si ripeta. La prossima volta mi venga con lo chignon".

La scena finale si compone di un conto senza un centesimo di sconto.
Di un arrivederci come se nulla fosse.
Di un patron che ci guarda e butta gli occhi al cielo: "Ah les Italiens"

Se esistesse una Guida Michelin dei posti da evitare, a questo postaccio riserverei una votazione da 3 Stelle Cadenti.
Poi non dite che non ve lo avevo detto...

Ndr: Anche se questo sembra un racconto di fantasia, vi giuro che - a parte i sali, l'assenzio e lo svenimento di mia madre - il resto del racconto é TOTALMENTE vero e REALMENTE accaduto.

°°°°

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13 commenti:

  1. Nella loira due anni fa mio marito, beh lui non molto furbo, ha ordinato una insalata con le uova..ovviamente è stato male per 3 giorni, non voglio pensare da quanto erano li' quelle uova. Invece fuori Parigi, in un ristorante vicino alla casa di Monet mi è capitato di assistere alla scena piu' divertente sui francesi: due madri con rispettive figli adolescenti, ti giuro tutte col nasino all'insu' e con arie da grandi dame, hanno ordinato bistecche con patate...le figlie non le hanno toccate quasi. Al momento di pagare, non si erano lamentate prima, si sono lamentate col cameriere che aveva conteggiato le tre bistecche con patate delle figlie..ma lamentare è dire poco, hanno cominciato a urlare che tutti ci siamo voltati e a chiedere ai commensali man forte..roba da delirio. Alla fine hanno pagato perchè è uscito il cuoco incazzato, ma uscite di li' a tutti quelli che entravano nel ristorante maledicevano il posto e il cuoco...che dire i francesi fanno cosi'!!?

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  2. Sono zozzi
    In un locale pubblico NON deve succedere
    Propongo panini fatti in casa
    Il capello nel piatto ti rovina lo stomaco per giorni, lo rivedi ovunque
    c'é di peggio comunque, leggi qua http://it.viaggi.yahoo.com/p-promozione-3360347
    su coraggio cara

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  3. Ho riso con lacrime da "messa in piega" fino a "bigodino". Brava!!

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  4. Cara Pinguino,
    tuo marito è come mio padre: se c'è un'ostrica avariata o un uovo stagionato, se lo becca lui. E in Francia ha già avuto varii incontri ravvicinati del terzo tipo.
    Quanto alla scena madre delle madri, non ho capito bene per cosa si lamentavano: qualità del cibo o figlie inappetenti? Mi spieghi meglio per favore?

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  5. Cara Simona,
    ecco lo hai detto: non dovrebbe succedere. Ma se mai accadesse mi aspetterei un briciolo di professionalità e umiltà. Prossima volta chiedo che almeno metta la crema ammorbidente per capelli sciupati.
    Prossimo pic-nic fra ragazze?!

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  6. Cara Nuts,
    grazie!
    Mia mammma ha riso un po' meno :) povera

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  7. da quello che ho capito, non sapendo il francese, si lamentavano perchè le figlie non le avevano toccate quindi non dovevano pagarle..quindi inappetenza direi ?!

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  8. Queste scene, forse meno forti, le abbiamo vissute più o meno tutti purtroppo.

    La maleducazione dei serveurs parigini è unica al mondo.

    Ma non solo i serveur dei bar/ristoranti: la mancanza di professionalità e di attenzione verso il cliente coinvolge un po' tutti i campi.

    Invece ieri a me è successo questo, meno disgustoso ma altrettanto allucinante:
    http://storieinutili.blogspot.com/2010/12/essere-clienti-parigi.html

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  9. Cara Pinguino,
    io fossi stato il cuoco avrei preparato un bel doggy bag per le fanciulle :)

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  10. Esimio Colonnello,
    ho i brividi di terrore per il suo link.
    Vado.Leggo.Torno:

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  11. All' Ikea di Paris Nord ho finito il mio piattino di salmone affumicato , poi ho sollevato una foglia di insalata e trovato .... una piuma di piccione! Mai visto un salmone pennuto, io ,ma forse nel profondo Nord esistono... fatto sta che il cameriere-cassiere, notando che il salmone era finito, ha ripiegato su un "chi me lo dice che non ce l'ha messa Lei la piuma per farsi rimborsare? Qui ne vediamo di tutti i tipi..." Impossibile far intendere ragione ...

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  12. Cara Helga,
    e come no! Mia mamma gira con in tasca dei capelli e tu con delle piume di piccione. Il tutto per farvi rimborsare. Eccomenocerto.
    Il giorno in cui tu e mia mamma inizierete a girare con in tasca un bel piatto pulito e del buon cibo pulito e ben cucinato, sarà in giorno in cui mangerete bene in Francia.
    Colpa vostra! :)

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  13. Da evitare il ristorante vicino alla casa di Monet, quello ufficiale del museo: un insalata che mi ha fatto davvero VOMITARE.

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